Portato in scena da Lorenzo Costa e Federica Ruggero, lo spettacolo narra la storia di Arpad Weisz, allenatore ungherese di origine ebraica, considerato da molti uno dei più grandi tecnici della storia del calcio italiano. Vengono a studiare Roma, la sua atmosfera sportiva e soprattutto la storia calcistica del club, i suoi simboli, le vecchie divise. I “Grampi” di Nagoya indosseranno due divise con una “grafica a V” fatta di linee spezzate che ricopre interamente le maglie, gialle e rosso scuro sulla base rossa nella prima maglia, rosse e grigie sulla base bianca della seconda divisa. Chapman, che rimase quasi un decennio alla guida dell’Arsenal, desiderava un outfit maggiormente distintivo: pare che la sua scelta stilistica fosse stata del tutto casuale, quando si imbatté in qualcuno (o nell’amico fumettista Tom Webster) che indossava uno smanicato rosso sopra una t-shirt bianca. Il pensiero comune d’inizio XX secolo voleva che il tifo per la Juventus fosse appannaggio delle classi borghesi, laddove quello per la sua rivale cittadina, il Torino, traesse linfa dalle classi popolari e proletarie. Quanto a nuovi esperimenti, nell’annata 2000-2001 la Juventus tentò, dopo la Fiorentina tre anni prima, a proporre una maglia recante due marchi pubblicitari, seppur (come fatto a suo tempo dal Perugia) «mascherando» il secondo sponsor in una fornitura tecnica: al posto del logo del fornitore delle divise, Lotto, fu infatti inserito quello di un secondo marchio commerciale, CiaoWeb.
Chiuso nel suo ruolo di terzino sinistro dal succitato giocatore genoano, nei suoi primi anni in azzurro si alternò spesso nel ruolo di terzino destro con Virginio Rosetta. Infine, pare che il giocatore abbia promesso di fare visita nei prossimi giorni ai genitori di Antonio. Il brand bolognese presenta una jersey fedelissima alla bandiera nazionale, tanto nei colori quanto nella luna e nelle stelle sui lati della maglia. Un giocatore, autore del gol contro il Marzabotto, dopo aver segnato si toglie la maglietta e scopre una t-shirt con una bandiera italiana e il disegno di quello che gli spettatori riconoscono come lo stemma della Repubblica sociale italiana. Qui diventa leggendario: vince numerosi trofei tra cui sei titoli consecutivi di Bundesliga e una Champions League nel 2020. Il punto culminante della sua carriera arriva quando segna cinque gol in nove minuti contro il VfL Wolfsburg nel 2015, stabilendo un record mondiale che lo consacra come uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Dopo aver eliminato in semifinale i trentini del Mezzocorona, l’ultimo atto si giocò al Bottecchia e fu vinto 4-3 ai i calci di rigore contro il Rovigo (decisivi i tiri dal dischetto di Michele Giordano, Pentore, Cigagna e Canzian e le parate del portiere Gremese).
Si eleva a 50 cm dal piano di campagna e presenta tre ortostati e un lastrone di copertura irregolare (110 × 130 cm) spesso mediamente 20 cm. Anche se non scendo più in campo cerco di trasmetterlo dal di fuori. Un accordo (che dovrebbe passare anche per la creazione di una società mista) di cui lo stesso presidente James Pallotta parla con entusiasmo ogni volta che si sfiora l’argomento. Con la Roma, invece, c’è un vero e proprio accordo di partnership di durata decennale con la Nike che diventa sponsor tecnico della società. C’è un giovane che reputi possa essere Zanetti del futuro? E tutto deve essere pronto con largo anticipo perché Nike comincia a mandare le nuove maglie ai suoi distributori in giro per il mondo sei mesi prima che vengano indossati per la prima volta dai giocatori. Sono ormai mitiche le maglie della Juve marchiate Ariston, l’Inter con Misura, la Roma con Barilla, il Verona con Canon, l’Atalanta con Sit-In moquette, la Sampdoria con Phonola. «Hanno deciso di scommettere sulla Roma perché credono nel suo marchio, riconoscibile ovunque, perché è stato più facile instaurare un rapporto con la proprietà americana della società e perché considerano la capitale italiana una città strategica, tra sport, cultura e turismo, per il rapporto coi giovani» spiega Christoph Winterling, il quarantenne tedesco, ex manager di Adidas che, divenuto capo dell’area commerciale della società giallorossa, si trova ora a gestire l’accordo con gli ex rivali di Nike.
L’accordo col gigante basato a Portland, in Oregon, la Roma l’ha siglato nel gennaio scorso, ma le nuove maglie arriveranno solo a metà del 2014 mentre il Verona, che ha scelto le maglie della Nike non molto tempo fa, le avrà già all’inizio del prossimo campionato. Insomma, tempi lunghi perché l’accordo è complesso, va costruito pezzo per pezzo nelle nuove aree di business (come lo stadio, ancora a livello di progettazione), ma anche perché quello delle maglie personalizzate è un business complesso che la Nike gestisce con molta cura: un processo che, dice la multinazionale, richiede almeno 18 mesi. Un accordo destinato ad andare molto oltre le maglie per coinvolgere altre attività come quelle legate al nuovo stadio, alle tournée e alle «academy», le scuole calcistiche del club che dovrebbero sorgere anche negli Stati Uniti. In sostanza gli analisti della Nike tornano da Roma con una serie di idee e spunti che trasferiscono nel disegno delle tre maglie di ogni collezione e nelle decine di altri capi per l’allenamento e il tempo libero.